Promozione del territorio, «Serve più consapevolezza della nostra identità»

Colloquio con Marco Balbo, sindaco di Urbana, Comune capofila della rete che da tre anni sostiene il Festival delle Basse. «Fondamentale raccontarci in modo sincero, per ciò che davvero siamo»

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Un’immagine dell’edizione 2017 del Festival delle Basse, svoltasi ai Giardini del Castello di Este

URBANA. Il Festival delle Basse è diventato in breve tempo uno degli appuntamenti clou della zona. È una manifestazione itinerante: la prima edizione si è svolta al Monastero di San Salvaro, la seconda in villa Correr a Casale di Scodosia, la terza, quest’anno, ai Giardini del Castello di Este. Sostenuto da una rete alla quale oggi aderiscono più di trenta Comuni delle province di Padova, Verona e Vicenza, rappresenta un evento culturale ma anche un importante momento di promozione per un territorio che di promozione ha bisogno quasi come l’aria. Ne abbiamo parlato con Marco Balbo, sindaco di Urbana, Comune capofila della rete.

Com’è nata l’idea di realizzare il Festival delle Basse?

«Io, Matteo Mingardo e Francesca Zanardo di Glass Studio volevamo creare qualcosa che fosse almeno in parte innovativo e che mantenesse nel tempo una certa continuità. Un contenitore che abbinasse cibo e cultura, che fosse fruibile a tutti ma garantisse una qualità elevata, coinvolgendo diversi Comuni. L’idea era quella di tirare fuori il meglio di un territorio che, visto dall’esterno, sembra viaggiare un po’ più lento degli altri».

Bilancio dell’edizione 2017?

«Ottimo. Abbiamo registrato un incremento di presenze e raccolto riscontri molto positivi. Il programma è stato apprezzato e la mostra di Vivian Maier (visitabile presso il Museo Nazionale Atestino fino al 25 giugno, ndr) l’ha ulteriormente impreziosito».

Alcuni mugugni sulla scelta della location, in realtà, ci sono stati. Qualcuno avrebbe preferito che l’evento continuasse a essere ospitato da una realtà di piccole dimensioni…

«La decisione di portarlo quest’anno a Este è stata presa insieme dai sindaci della Rete e io credo che i Giardini del Castello siano stati un valore aggiunto per questa edizione. Ad ogni modo, la manifestazione resterà itinerante, dunque nel 2018 si terrà in un altro Comune».

Questo appuntamento, lo dicevamo prima, è una vetrina importante per la zona.

«Non è l’unica, ovviamente, la promozione del territorio si fa su diversi fronti. Abbiamo la campagna, i Colli, cittadine ricche di bellezze da visitare e tante eccellenze enogastronomiche: questo è un insieme su cui puntare. Forse bisognerebbe imparare a parlare con una sola voce, ma prima ancora è necessario renderci conto delle nostre potenzialità. Uno degli obiettivi del Festival è proprio quello di creare negli abitanti delle Basse la consapevolezza della loro storia e identità. Fondamentale, secondo me, è poi il principio della sincerità: dobbiamo saperci raccontare senza esaltarci troppo, né sminuirci. In modo autentico, per ciò che davvero siamo».