
“Parmi un assurdo che le leggi che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un pubblico assassinio” scriveva Cesare Beccaria, condannando già nel lontano 1764 la pena di morte e giudicando la crudeltà e l’ignoranza dei suoi sostenitori.
A partire dal 1786 furono molti gli stati che, anno dopo anno, decisero di abrogare la pena capitale, ma sono ancora tanti quelli che continuano a considerare la privazione della vita una valida punizione per fare giustizia, senza considerare il possibile margine d’errore (sempre molto basso ma ovviamente mai pari allo zero) e l’inumanità della pena secondo la quale nessuno dovrebbe giudicarsi degno e capace di decidere legalmente la fine della vita di un uomo.
Ed è proprio contro questo che si batte SueZann Bosler, fondatrice, insieme ad alcuni parenti delle vittime della pena capitale, di “Journey of Hope”, un’associazione attiva contro la pena di morte e favorevole alla sua commutazione in ergastolo senza condizionale. SueZann ha deciso di perdonare l’assassino di suo padre battendosi davanti alla corte e ai giurati della Florida affinché all’uomo che le aveva portato via un pezzo della sua famiglia fosse evitata la pena di morte. “Non volevo essere a mia volta un’assassina. Non volevo infliggere alla famiglia di quell’uomo la pena inflitta alla mia famiglia” racconta agli studenti delle scuole superiori di Pisa e Pontedera, invitati a partecipare alla giornata di Cities For Life promossa il 26 novembre dalla Comunità di Sant’Egidio.
Ha quindi deciso di viaggiare per il mondo raccontando la sua esperienza per continuare questa sua battaglia contro la pena capitale e per fare capire alla gente che il perdono è il primo passo ricominciare. La sua storia arriverà ora anche a Este: domenica 29 novembre alle ore 17.00, infatti, nell’Aula Magna dell’ex Collegio Vescovile di Este (via Garibaldi), la Comunità di sant’Egidio offrirà a tutti la possibilità di ascoltare la sua esperienza. Un punto di vista nuovo e per certi versi insolito, una testimonianza che vale la pena di essere ascoltata anche in un paese nel quale la pena di morte è scomparsa da tempo, perché non è mai sbagliato ricordare che, come diceva Dostoevskij, “l’assassinio legale è incomparabilmente più orrendo dell’assassinio brigantesco”.