Turisti per cas…a: il Duomo di Este

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(Foto: panoramio.com)
(Foto: panoramio.com)

E’ la consuetudine che ci vizia: tanto siamo abituati a passeggiare per Este che non ci è mai venuto in mente di fare un po’ gli “stranieri” nella nostra città, alla scoperta di quei luoghi così belli che vediamo e chiamiamo quotidianamente ma in realtà non conosciamo.
Quante volte, per esempio, ci è capitato di entrare nel Duomo di Santa Tecla senza accorgerci di aver varcato la soglia di uno dei monumenti di spicco della Bassa Padovana.
La chiesa, situata nell’omonima piazza, fu costruita da Antonio Gaspari dopo che la precedente venne abbattuta da un terremoto nel 1688.
Molti altri architetti misero mani all’edificio nel corso dei secoli ma questo, con la sua unica navata, riuscì a mantenere uno stile semplice arricchito e impreziosito solamente dalle numerose opere che fanno della chiesa l’orgoglio della città.
All’interno si possono infatti ammirare “Il trionfo dell’Eucarestia” (l’altare-statua del Corradini), “L’ultima cena”, “La pietà con i Santi” e “La Madonna della provvidenza” del pittore atestino Antonio Zanchi e il pezzo forte della città, la splendida pala raffigurante Santa Tecla intenta a pregare per la liberazione di Este dalla peste (scoppiata nel 1630) del celebre veneziano Gianbattista Tiepolo.
Il dipinto, che prese il posto di un’opera dello Zanchi nel 1748, viene considerato uno dei capolavori dell’autore ed è il più famoso tra le opere a soggetto religioso. Il Tiepolo apprezzò cosi tanto Este che, dopo averla raffigurata sullo sfondo della Pala con le mura medievali e le sue case arroccate attorno al Duomo, decise di perfezionare la veduta aggiungendo i quei dettagli che la resero inconfondibile. 
Altra bellezza che attira l’attenzione è l’altare detto “della Beata Beatrice d’Este” che conserva il corpo incorrotto  della donna nonostante la sua morte risalga a più di 700 anni fa.
Nonostante la facciata principale tuttora incompiuta non dia onore alle sue bellezze, la chiesa merita assolutamente di essere vista con gli occhi curiosi del turista – anche da noi atestini – almeno una volta nella vita.

Bianca Garbin