Siamo abituati a vedere ogni tipologia di minicomputer, come smartphone e tablet, e al giorno d’oggi i materiali e i componenti diventano sempre più piccoli, addirittura della grandezza del nanometro. Ma un PC desktop così non si era mai visto: si tratta del Raspberry PI, un computer grande come una carta di credito.
Il Raspberry PI è un calcolatore creato dalla Raspberry PI Foundation: non è un computer dalle grandi prestazioni, ma non è stato creato per concorrere con i desktop odierni: il chipset Broadcom integra un processore ARM da 700 Mhz overclockabile, GPU integrata e 256 o 512 Mb di RAM. Non ha hard disk, ma sfrutta SD e Micro SD come memoria fissa. Possiede una porta Ethernet, 2 o 4 porte USB (dipende dal modello), un porta HDMI e una porta per AV Composito.
L’obiettivo di questa associazione è quello di introdurre nelle scuole la conoscenza del mondo informatico, rendendo divertente anche l’aspetto noioso della programmazione in Python, C, e molti altri linguaggi. Molte sono le scuole nel Regno Unito che hanno contattato l’associazione per avere ulteriori informazioni sulle applicazioni del Raspberry, e si spera quindi anche in una futura sponsorizzazione in altre scuole.
Principalmente esistono due modelli: il modello B (datato) e il modello B+ (acquistabile), il più recente. Poi, ci sono il modello A e il Compute Module Dev Kit (anch’essi acquistabili), dove l’ultimo modulo è specifico per sviluppatori con un costo di circa 160€. Il prezzo dei due moduli standard varia dai 15 ai 25€: un costo a dir poco irrisorio.
Come prestazioni, Raspberry PI funziona egregiamente con sistemi Linux, ottimizzando velocità e qualità, e rendendo possibile anche il gioco (esiste una versione di Minecraft anche per il Raspberry, l’unica con un interfaccia per la programmazione). È possibile effettuare tutte le operazioni che normalmente si fanno con un desktop, dalla creazione di documenti alla visualizzazione di film. Assieme al Raspberry, viene rilasciata anche una versione proprietaria, Raspbian, ottimizzata per il piccolo PC.
Ma il vero punto forte del Raspberry è il consumo. Grazie al fatto che può tranquillamente funzionare con una alimentatore da 5V Micro USB, il Raspberry è un campione in fatto di risparmio energetico: 1W in potenza assorbita, al posto dei 700W di un normale desktop.
Il Raspberry PI è un pc dalle enormi potenzialità ed infinite applicazioni, ma ovviamente non sostituisce il pc di casa: infatti, richiede all’utente una buona conoscenza della programmazione, sebbene siano presenti delle distro complete come Arch Linux e Debian installabili su questo. Comunque, è un ottimo punto di partenza, dai costi molto contenuti, per chi vuole cominciare ad entrare nel mondo dell’informatica.
Per ulteriori informazioni e per acquistare un Raspeberry PI, basta visitare questo sito.
Federico Prescianotto
“Il Raspberry PI è un pc dalle enormi potenzialità ed infinite applicazioni, ma ovviamente non sostituisce il pc di casa: infatti, richiede all’utente una buona conoscenza della programmazione[..]”
Non sostituisce un moderno desktop pc non perchè serva una buona conoscenza di programmazione per utilizzarlo, ma semplicemente perchè non è un desktop pc. Tralasciando il discorso della espandibilità , non ha un hardware così potente da permettere operazioni non meno comuni di quelle elencate, ma che richiedono risorse di calcolo ingenti.
Sembra infatti più dedicato ad un utilizzo educativo/progettuale a basso costo (come era fatto intendere nella prima parte dell’articolo appunto).
Pare inoltre che allo stato attuale il SO come in genere il software dedicato non sfrutti appieno/ sfrutti male l’hardware della scheda ( http://www.eeevolution.it/video-recensione-raspberry-pi/) facendo si che in taluni casi banali operazioni occupino 1/5 del carico sulla cpu
A ben vedere il Raspberry Pi è più dedicato a chi di informatica ne mastica già da un pò più che ad un user entry-level, questo a patto che voglia essere operativo fin da subito, se il punto di partenza era RB pi= mini pc.. Altrimenti per uno studente/appassionato di informatica è l’ideale come ambiente in cui mettere in pratica ciò che si è appreso nella teoria e magari aiutare la community a migliorarlo.
Salve Antonio,
Innanzitutto grazie per il tuo commento. Ho guardato il video che mi hai linkato, ed effettivamente ho potuto notare le problematiche dell’hardware, ma quello che è stato provato è l’ormai datato Model B, quindi la lentezza della grafica e delle operazioni in browser possono essere attribuite alla poca RAM che il processore deve condividere con la GPU (256 Mb sono effettivamente molto pochi). Sul nuovo Model B+, la RAM è stata aumentata, permettendo al processore di lavorare meglio e alla GPU di essere più reattiva.
Il fatto che sia un micro pc per chi già ne sa di informatica non vieta al “noob” (per usare un termine gergale) o all’utente alle prime armi di utilizzarlo, anche per scopi che non riguardano la programmazione, ma che possono essere l’utilizzo del Raspberry come Media Center per ascoltare musica o guardare film: anche il video dimostra che non ha nessun rallentamento durante la riproduzione.
Cito dal sito Element14 (http://www.element14.com/community/community/raspberry-pi/raspberry-pi-bplus?ICID=rpimain-topban-BPlus), distributore ufficiale del Raspberry, ciò che nella giornata di ieri è stato scritto:
“Since its initial release the Pi has invoked inspiration in education, amongst programmers, and in hackers and makers over the years. The latest revision in the form of the B+ introduces new possibilities, believe it or not. Some have expressed disappointment that the processor at the core of the Pi not being faster and that the RAM has not increased, but realistically, it helps projects to slowly adapt to the changes of the board and work on familiar ground. Increasing the base specification for now would possibly change its target demographic because for now it is a very affordable single board computer that almost everyone knows.”
Da qui si può capire che l’intenzione è anche quella di “aprire” il progetto ad un più vasto pubblico, oltre a studenti e scuole. Effettivamente, “desktop” non è il termine più adeguato per descrivere il Raspberry, ma ciò che volevo esprimere riguardava appunto questa possibilità, per quanto possa essere lontana.
Quindi l’idea c’è: non sarebbe bello avere un pc grande quanto un pacchetto di sigarette sulla scrivania al posto di un ingombrante cabinet? Io credo di si.
Grazie ancora per aver condiviso il tuo pensiero con noi.
Federico
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