YouTube vs. Etichette indipendenti. Profitto o qualità?

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Il mondo musicale è in fermento. In questi giorni è stato aperto un dibattito su una questione delicata e da non sottovalutare.
Vi chiederete cosa stia accadendo di tanto sconvolgente.
Youtube minaccia di cancellare i video di numerosi artisti poiché le etichette discografiche per le quali hanno firmato si sono rifiutate di firmare un nuovo contratto. La piattaforma di video sharing più nota del Web ha infatti imposto nuove condizioni a cui alcune etichette indipendenti hanno deciso di opporsi in quanto per loro economicamente sfavorevoli.
Il tentativo di Youtube è chiaramente risultato del recente successo di altre realtà musicali come Spotify e Deezer.Le conseguenze di una tale azione sarebbero disastrose per i gruppi emergenti, che utilizzano youtube come principale mezzo per farsi conoscere, ma anche artisti di calibro superiore come Radiohead, Adele, xx, Franz Ferdinand, Arctic Monkeys.
Youtube sta di fatto sfruttando il proprio potere. Oltre a colpire i diretti artisti che appartengono alle etichette facenti parte della contesa, questo potrebbe significare un grave mutamento nel mercato musicale. Nonostante ci siano comunque piattaforme alternative e con una qualità del prodotto audio maggiore, Youtube resta ancora quella più utilizzata, di massa, a cui tutti accedono facilmente. Ridurne i contenuti ed escluderne tanti gruppi indipendenti causerebbe sicuramente una perdita di visibilità per questi ultimi e contribuirebbe a trasmettere l’idea che la musica di oggi sia soltanto quella radiofonica, quella di cui vediamo i video alla televisione. Sarebbe una censura vera  e propria di contenuti culturali a cui tutti dovrebbero poter accedere senza limitazioni. Significa ridurre la musica ad una questione economica.
Sembra che alcune associazioni di musica indipendente abbiano contattato la Commissione Europea affinché prenda in analisi il problema e che comunque alcuni video continueranno ad essere accessibili, presenti per esempio su Vevo. Ma nonostante questo l’amaro in bocca resta.
Sarà la logica del profitto a trionfare? O finalmente saranno messe al primo posto la qualità, l’originalità, la musica?
Sara Berardelli