Romancitysm, secondo album per gli Universal Sex Arena

0
545

1466148_773476109369265_1290868098695775227_n

Gli Universal Sex Arena possono essere definiti con tanti attributi ma quello più centrato è forse “Internazionali”. Confrontandoli con altri artisti sotto La Tempesta Dischi risultano anomali e unici nel loro genere, distanziandosi molto dagli standard dell’etichetta. In realtà sono un sestetto bergamasco, con una formazione caratterizzata dalla curiosa presenza di due batterie.

“Romancitysm” è il loro secondo album, uscito a circa un anno e mezzo di distanza dal primo lavoro “Women Will Be Girls”. E’ un concept album di sette tracce e come suggerisce l’azzeccatissimo titolo ruota intorno all’idea di città e di donna.

Ascoltare “Romancitysm” provoca sensazioni dicotomiche. Non capiamo dove siamo. In Italia o negli Stati Uniti? Negli anni settanta o nel ventunesimo secolo? Ed è forse questo bipolarismo di appartenenze l’ingrediente più interessante del progetto.

Gli Universal Sex Arena sono il filo sottile che unisce la musica del passato a quella del futuro. Catalogarli sotto un genere preciso risulterebbe impossibile e riduttivo. Si sentono chiaramente influenze provenienti dal rock n’ roll, dallo stoner e dal blues, ma non solo. Sembra quasi di ascoltare una band degli anni Settanta, con eclettici assoli chitarristici in distorto, parti di armonica, cassa martellante e linee di basso corpose e presenti, sovrastate da un cantato multiforme, caldo ed energico, che si estende vertiginosamente verso il basso e l’alto, mantenendo volume e intensità costanti. Riesco a percepire un pizzico di nostalgia verso gli albori del rock classico, un tentativo di riportare in vita quelle atmosfere, quei concetti, quell’approccio alla musicalità, riuscendo però ad amalgamare il tutto con uno stile più moderno e originale.

A tratti sembra di avere in cuffia dei Led Zeppelin versione 2014, se non per i suoni sicuramente per le intenzioni, ma all’improvviso ci ritroviamo in una dimensione attuale, come nel brano “Eyes Yelling The Future”, forse il più discordante dell’album, nonché il più breve. Gli Universal si trasformano, se prima pensavo agli Zeppelin ora mi vengono in mente i Pixies.

Anche le sonorità mantengono un gusto molto vintage e lo stesso vale per la tipologia di realizzazione del disco, la cui produzione è stata interamente curata da Marco Fasolo dei Jennifer Gentle. “Romancitysm” è stato registrato nell’ottobre 2014 in un’ex officina, su nastro e dal vivo, così da mantenere l’energia e la spontaneità del suonare insieme e in modo diretto.

Ho avuto l’occasione di assistere a un concerto degli Universal al Sub Cult Fest di Padova ed è di sicuro live che il gruppo si esprime al meglio, in una nube di energia e corporeità.

E’ una musica concreta, carnale. E’ una musica che respira e scalpita, con lo sguardo verso il passato glorioso del rock ma i piedi ben saldi sulla terra che sta ruotando con noi ora, nel presente.

https://www.facebook.com/universalsexarena?fref=ts

http://www.universalsexarena.com/

Sara Berardelli