Artista: James Blake
Carisma, composizione, innovazione e intelligenza musicale, sono queste le peculiarità che incarnano il nuovo talento inglese James Blake.
La bellezza della musica che ci propone il nostro londinese sta proprio nella bipolarità che la caratterizza, è una musica tanto soul, jazz, quando elettronica, dubstep, insomma moderna. Questa contraddizione tra razionalità e emotività è la sua forza, producendo una musica talmente innovativa da essere ammirata da molti esponenti musicali mondiali.
Annata ’88, a soli 24 anni il ragazzo di Londra compone, produce i propri brani e sta facendo innamorare il grande pubblico con la sua voce acuta e coinvolgente.
L’ omonimo album di debutto “James Blake” ha avuto un grande successo mediatico, favorito dalla creatività di composizione e da suoni mai banali e emozionanti.
Il binomio piano voce del primo album è stato elaborato con accompagnamenti di elettronica soul-dubstep e arricchiti da un voce che ricorda un grande Thom Yorke dei Radiohead.
La passione per la musica inizia alla Goldsmith University di Londra, dove seguendo un corso di musica pop, l’amore verso la composizione l’ha accompagnato a diventare un grande artista a soli 24 anni.
Intrecciando un elettronica scarna con un soul animato da una voce disperata, che sembra quasi dire sfinita “portatemi via”, il nostro producer inglese ha creato qualcosa di nuovo, anzi non solamente nuovo, ma qualcosa di speciale.
Album: Overgrown, etichetta Atlas, 2013
Secondo album, ascoltandolo si rimane a bocca aperta.
L’album contiene 10 tracce con venature dubstep elettroniche pop, Blake spiega così il suo amore per questi generi musicali: “Frequentavo le serata jungle e drum’n’bass quando avevo 17 anni. Poi mi sono innamorato della dubstep. C’era un gran fermento ed ho voluto iniziare a suonarlo anche io, ovviamente in maniera molto diversa da chi l’ha creato, mettendoci del mio”. Con produttori del calibro di Kode9, Burial o Martyn il successo è arrivato, riuscendo ad autoprodursi questo secondo grande album, tramite la Atlas (casa discografica fondata dallo stesso Blake e supportata dalla Republic Records).
L’album è strettamente personale, malinconico e trascinato da un accompagnamento di pianoforte blues-soul con riferimenti elettronici.
I suoni che ritroviamo non sono lontani dal primo album, beat elettronici mischiati con arrangiamenti di piano magistrali, e singoli talmente sentimentali che incutano una malinconia allegra. La novità invece è quella della presenza di ritmi quasi house, ben scanditi e coinvolgenti con l’innesto perfetto del synth.
Le percussioni sono spesso portate in secondo piano e i bassi esaltati come nelle tipiche canzoni dubstep, dove “Overgrown” è l’esempio lampante.
“Retrograde” invece un capolavoro assoluto, dove la base di synth che Blake tesse pian piano aumenta in crescendo alimentata da una voce rivolta ad un falsetto appena accennato. C’è spazio anche per un pezzo R&B “Life Around Here” , sensuale e doloroso allo stesso tempo, mentre in “Take A Fall For Me” si scopre un nuovo genere, avvero l’hip hop cantato insieme al repper RZA.
“Voyeur” invece è uno dei brani che lascia l’ascoltatore in uno stato suggestivo, con grande impatto emotivo insieme a una serie di stop e riprese.
Il lavoro è stato progettato nei dettagli, sonorità calzanti e atmosfere ipnotiche fanno da padrona in un album post-dubstep davvero interessante.
Un album veramente incredibile, che rischia però di non essere compreso da tutti e quindi cadendo nel tranello della ripetitività.
Detto questo James Blake, sei veramente forte.
Giudizio: 8
Overgrown Tracklist:
01. Overgrown
02. I Am Sold
03. Life Around Here
04. Take A Fall For Me
05. Retrograde
06. DLM
07. Digital Lion
08. Voyeur
09. To The last
10. Our Love Comes Back
Travain Marco