Per il quarto numero di Estensione vi presentiamo il principale esponente del blues britannico. Cresciuto nella piccola città inglese di Macclesfield, in attività dal 1956, è riuscito a portare questo genere (in Europa) ad un livello senza paragoni. Il suo nome è John Mayall.
Il nostro bluesman, Marco Miola, si è avvicinato al grande Mayall in uno spettacolo tenutosi al Teatro Geox lunedì 10 dicembre per farci conoscere il fondatore del british blues.
L’evento, organizzato dalla Zed Italia, è iniziato alle 20:45 con l’apertura del gruppo spalla, i Cyborg, duo romano che ha saputo intrattenere per i primi quaranta minuti i grandi amanti del genere con il proprio repertorio boogie blues. Alle 21.30 il nostro reporter inizia a scalpitare dall’emozione, John Mayall arriva sul palco con la propria band, accompagnato da una grandissima ovazione dell’intero teatro. Padova diventa la casa del blues.
Il quasi ottantenne ci ha regalato un’indimenticabile ora e quaranta di musica, proponendo un viaggio sonoro che ci ha fatto rivivere gran parte dei suoi pezzi classici come Dirty Water, Voodoo Music e All Your Love. L’esecuzione dell’artista è stata magistrale: ha elargito assoli indimenticabili di armonica e tastiera, accompagnati da una chitarra inconfondibile e da un trio (basso, batteria, chitarra) che ha saputo creare un armonia sonora tipica del nostro “Professore”.
Da sottolineare la grandezza anche fuori dal palco di questo artista, il quale prima e dopo il concerto si è concesso ai suoi fans per autografi e scatti fotografici, che hanno dimostrato l’umiltà e la voglia di fare musica anche dopo una carriera che non ha bisogno di commenti.
Concerto maestoso, solo la mancata scenografia, molto rustica, e la scomodità delle poltrone potrebbe influire sul giudizio; con ciò, lascio a voi capire quali critiche si possano compiere a questo grande evento padovano.
Giudizio del concerto: 7.5
Blues Breakers With Eric Clapton
Oltre a questo evento vogliamo descrivervi brevemente uno dei primi lavori del Professore, che insieme alla sua storica band, i Bluesbreakers, è riuscito a dimostrare le sue grandi doti nel mondo del blues. Nel lontano 1966 John Mayall pubblica il suo secondo disco, Blues Breakers With Eric Clapton, il quale comprende varie canzoni come All Your Love, Hideaway e Little Girl, che l’hanno reso celebre nel proprio ambito musicale.
Il disco è esaltato dalla sporca e geometrica chitarra blues del giovane Eric Clapton che trasmette una vitalità maggiore e un’armonia senza precedenti. La collaborazione di tromba e sax viene messa in rilievo in quattro brani aggiungendo al disco venature jazz, unite ad una atmosfera blues rock non aggressiva ma incisiva.
La canzone che ci ha colpito maggiormente in questo album è What’d I Say, cover dell’intramontabile Ray Charles, che viene riproposta in chiave rock con un assolo di batteria impressionante. La critica più grossa che si può fare a questo album è l’eccessiva acidità della chitarra solista che in alcuni brani risulta troppo invasiva.
Ci rimane solamente da dire: “It’s a long way to the top if you wanna blues”.
Giudizio: 6,75/10
Marco Travain & Marco Miola