LETTERATURA – Quando Letteratura e Storia si intrecciano: “L’amico ritrovato”

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lamicoritrovato“La politica riguardava gli adulti; noi avevamo già i nostri problemi. E quello che ci pareva più urgente era imparare a fare il miglior uso possibile della vita, oltre, naturalmente, a cercare di scoprire quale scopo avesse, se l’aveva, e a chiederci quale potesse essere la condizione umana in questo cosmo spaventoso e incommensurabile. Questi sì che erano veri dilemmi, quesiti di valore eterno, assai più importanti per noi dell’esistenza di due personaggi ridicoli ed effimeri come Hitler e Mussolini.”

                                                                                                                                        – L’amico ritrovato, Fred Uhlman

Sono una lettrice fortemente convinta del fatto che non sia possibile scegliere il proprio libro preferito, come nemmeno la propria canzone o il proprio cibo. Questa teoria l’ho formulata con gli anni. Nella fanciullezza invece avevo eletto come mio libro preferito “L’amico ritrovato” dello scrittore tedesco Fred Uhlman. Questo romanzo, molto breve ed incisivo, ebbe tantissima fortuna. Esso viene consigliato soprattutto ad un pubblico di giovani lettori ma ci tengo a precisare che le tematiche trattate dallo scrittore contengono al loro interno aspetti molto delicati e profondi.

La storia è ambientata a Stoccarda, città natale di Uhlman, dove si incontrano e diventano amici i due bambini protagonisti del romanzo. Stessa voglia di giocare, stessa grinta, stesso sorriso, differivano solo in una piccola questione: la religione. Di certo per due piccoli bambini questo non era un problema anzi, i due crebbero e la loro unione si rafforzò sempre di più. Il loro rapporto venne messo a dura prova dalla Storia, quella storia che come una matrigna ha permesso ad un uomo di compiere il più grande genocidio di tutte le epoche. Era da poco infatti salito al potere Adolf Hitler e la famiglia di Konradin appoggiando le idee del dittatore gli proibì in tutti i modi di parlare e frequentare l’amichetto ebreo. Così la loro amicizia sembrava essere cessata per sempre fino a quando Hans in un modo del tutto insolito si rese conto di non essere mai stato effettivamente abbandonato.

E’ una trama molto semplice, bella, lineare. Un libro che si legge bene, in maniera scorrevole. La vicenda è commuovente: un’amicizia che va oltre le distinzioni religiose, di sesso e di orientamento politico. Uhlman sembra quasi voglia farci vedere come la tragedia storica del Nazismo abbia saputo infiltrarsi anche dentro le vicende umane più spontanee e belle di sempre ovvero le vite dei bambini, degli esseri viventi più deboli e che per questo meritano più rispetto di tutti.

Non è un caso che io abbia scelto proprio questo romanzo, il 20 novembre scorso infatti è stata celebrata la “Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. E’ una tematica che mi sta molto a cuore e che dovrebbe essere maggiormente sensibilizzata da tutti noi. I bambini hanno tutto diritto di vivere un’adolescenza serena e modesta, che non vuol dire lussi e sfarzi ma in primo luogo avere una casa e un’istruzione. L’Italia deve garantire tutto questo e deve battersi affinchè i loro diritti vengano rispettati: nell’infanzia attuale si progetta il Paese di domani.

Partire dalla recensione di un libro per sviluppare e mettere in campo tematiche etico sociali, ecco quello che mi piace di più della letteratura.

La battaglia si consuma anche tra le pagine di un libro.

Andrea Pitton