” Sabbia a perdita d’occhio, tra le ultime colline e il mare – il mare – nell’aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord.
La spiaggia. E il mare. ”
Un pittore che dipinge tele bianche. Uno scienziato che tenta di completare i suoi studi sui limiti. Un padre preoccupato per la salute della figlia. Un marito ansioso per la “salute” della moglie. Una figlia malata. Una moglie “malata” di adulterio.
Una zattera alla deriva. Un medico di bordo sopravvissuto. Un marinaio che cerca vendetta.
Tre libri, uno stile fluente e visionario che con pochi tratti riesce a dipingere paesaggi in bilico tra il favolistico e il surreale, rasentando, in alcuni punti, il grottesco. Con questo romanzo Baricco porta all’esasperazione l’analisi psicologica di ciascuno dei personaggi, ponendoci innanzi agli occhi le diverse sfaccettature della mente umana in “ricerca”, una ricerca che porta alla pazzia, all’attesa, all’inaspettata scoperta di qualcosa di sconosciuto, al pentimento o all’irriducibilità delle proprie scelte passate. Una ricerca che porta alla fede, una ricerca che porta all’amore, una ricerca che porta a qualcosa, una ricerca che non porta a nulla. Una ricerca che, appena conclusa, riparte da zero. Ponendo i suoi protagonisti in un contesto storico tragico come il naufragio della fregata francese Méduse avvenuta al largo delle coste della Mauritania nel 1816 l’autore si comporta come i registi che girano dei film “tratti da una storia vera”, consegnando alla sua opera un’ attrazione per la vicenda umana, inverosimile e verosimile al tempo stesso, che siamo consci non essere avvenuta, eppure talmente realistica da coinvolgere appieno i nostri sensi. Con gli occhi ci sembra di scorgere, tra la fitta nebbia che sale dall’oceano, la locanda dei “destini incrociati”, la Almayer, luogo d’incontri e scontri, di avvenimenti avvenuti e di immaginazioni immaginate. Respiriamo in ogni pagina quell’aria salmastra che circonda, la sera, le località marittime, sempre avvolti dall’umidità vivificatrice che non consente, in alcun momento, a quel luogo che esiste e non esiste, di essere arido. E finché le lacrime, una dopo l’altra, si fanno sempre più salate, i nostri sensi e i nostri pensieri si mescolano: ci sentiamo totalmente parte dell’opera.
E’ questa la capacità di Baricco: farci diventare parte attiva del romanzo; siamo coloro che immaginano il film del suo libro, e lo facciamo come vuole lui, esattamente come lo vuole lui.
Citazione: “Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando.” (silenzio) “Che sia troppo tardi, madame”.
Ilenia Sanna
(ha collaborato Mario Grassi)