Le tre vite: incontrando lo scrittore di Solesino Carlo Cavallaro

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Lunedì mattina davanti ad un buon caffè ho avuto l’occasione, assieme ad altri due miei colleghi della redazione di Estensione, di incontrare e conoscere più a fondo Carlo Cavallaro: giovane e frizzante scrittore residente a Solesino.

Abbiamo fatto due chiacchere in vista dell’uscita del suo nuovo romanzo e ho potuto in questo modo scoprire cosa spinge un autore emergente come lui a continuare a perseguire il sogno di scrivere e farlo per una vita intera. Lunedì 5 gennaio 2015 infatti uscirà il suo ultimo lavoro “Le tre vite”, racconto di strada, come a lui piace definirlo, edito per l’editore Fantasma e disponibile esclusivamente in versione e-book.

Ciao Carlo, ti va di presentarti un po’ ai lettori di Estensione; cosa hai fatto nella vita prima di iniziare a scrivere, che tipo di formazione hai alle spalle?

Certamente. Mi presento sono Carlo Cavallaro e sono uno scrittore emergente di 28 anni. Nella mia vita ho svolto mille lavori, sono diplomato in un una cosa che non mi è mai piaciuta davvero, per via di alcuni problemi personali ho portato a termine gli studi alle serali studiando e lavorando allo stesso tempo. Prima avevo scelto di studiare per diventare operatore turistico e se devo dire la verità l’avevo fatto solo per il gran numero di ragazze presenti in quella scuola. Ad oggi, forse, ho solo un unico rimpianto quello di non aver studiato giornalismo ma sono comunque impegnato tantissimo in altri progetti: un nuovo libro, progetti radiofonici e mi dedico anche al teatro.

Da cosa è nata la tua passione per la scrittura? Più precisamente cosa preferisci scrivere e da chi ti sei ispirato soprattutto?

La persona che mi ha senza dubbio ispirato e cresciuto dandomi anche un indirizzo culturale, sociale, politico è stato Pier Paolo Pasolini. Me ne sono innamorato all’età di 18 anni tramite una canzone di Francesco De Gregori, ho letto quasi tutto di lui, ho visto molti suoi film e sono perfino stato a vedere la sua tomba. Assieme a lui sono cresciuto anche con il grande Giorgio Gaber. Sono stati proprio loro a mettermi dentro questa voglia, quasi obbligo morale di far pensare e di scandalizzare il lettore quando possibile. Chi mi legge deve apprezzare il fatto che nonostante il mio tono narro sempre di fatti reali, di quelli meno trattati.

Quali sono i tuoi intenti per il tuo nuovo libro “Le tre vite”?

La mia volontà per questo nuovo libro è quella di raccontare la verità e soprattutto di lasciare un messaggio dentro ai lettori. Nel romanzo è trattata la storia di un uomo che deve fare i conti con la mafia e la criminalità organizzata pugliese, ed io infatti voglio sensibilizzare questo tema perché esso viene molto spesso sottovalutato o alla peggio accantonato. A me piace definirlo più che un romanzo, un racconto di strada che narra l’identità dello scrittore. Non sono un scrittore che vuole piacere al lettore per forza: mi occupo di cose vere.

E’ sempre bello incontrare giovani personalità esordienti che lavorano nel nostro territorio nonostante le numerose difficoltà che comporta la scelta di inseguire un sogno come quello della scrittura.