Come già affermato nell’articolo su Zerocalcare (e ne approfitto per comunicare l’imminente uscita del nuovo libro, Dimentica il mio nome, il 16 di ottobre) lo scenario artistico italiano, per quanto riguarda il sottoinsieme dei fumetti, è pieno di nomi più o meno conosciuti, che non sempre sono apprezzati nel giusto modo. Fra questi è fondamentale sottolineare l’importanza di un pilastro del fumetto italiano: Gianni Pacinotti, alias Gipi.
Per descrivere il lavoro di questo artista non è sufficiente far ricorso all’equazione “buoni disegni + buona trama = lavoro di qualità”; il primo approccio ad un libro di Gipi infatti è particolarmente complesso, e richiede una buona dose di concentrazione da parte del lettore. La sua capacità sta nel saper intessere una trama colma di significato, utilizzando espedienti narrativi efficaci e sapendo trasmettere per osmosi delle forti emozioni.
Spesso lungo le pagine di unastoria, ultimo lavoro prodotto nel 2013 dal quale prendo spunto per potermi spiegare meglio, il lettore non solo viene coinvolto nella storia a partire dalle primissime pagine, ma allo stesso tempo si sente toccare nel profondo (più di una volta ho sentito personalmente la necessità di interrompere momentaneamente la lettura, per poter assimilare con più calma lo svolgersi degli eventi, vignetta per vignetta). Grazie a questa forte carica empatica e ad un impeccabile uso delle varie tecniche di disegno (dal classico utilizzo della china agli acquerelli mozzafiato, dal disegno con tratti semplici a quelli molto più complessi) l’autore è in grado di rappresentare lo scenario distopico e disilluso della mente umana sotto varie angolazioni, portando spesso il lettore a ragionare e ad interpretare lui stesso quanto legge.
In definitiva, una volta arrivati al termine del libro e una volta chiusa l’ultima pagina, si ha molto su cui riflettere.
Come prima lettura di questo autore consigliatissimo il già citato unastoria, Coconino Press, 2013: fondamentale aggiunta ad una libreria di fumetti di qualità e made in italy.
Riccardo Ennio