Home, sulla via di casa

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Ansia, inquietudine, paura. Sono questi i sentimenti che si provano quando ci si trova nel bel mezzo di un fatto agghiacciante come un omicidio. Ma soprattutto, quando si è consapevoli di essere innocenti e non si ricorda ciò che è accaduto. In questo inquietante videogame stile 8bit, la missione è una sola: scoprire cosa è successo.

Home è un horror in terza persona bidimensionale con grafica 8bit (stile GameBoy per intenderci) sviluppato da Benjamin Rivers. Il gioco, molto simile alla serie di Amnesia, è una sorta di giallo investigativo misto ad un horror, che tiene perennemente il giocatore in suspense, portandolo a proseguire e a scoprire sempre più dettagli nel gioco per capire cosa è accaduto. L’ansia e la preoccupazione iniziano a salire già dai primi passi del giocatore, soprattutto se si usano cuffie e si gioca al buio, come giustamente consiglia il gioco stesso prima di iniziare.

Il gameplay è estremamente semplice: tasti freccia per muoversi nello scenario, barra spaziatrice per interagire con gli oggetti. Punto. Comandi molto essenziali, dopotutto è un horror game, perché dover ricordare complicate combinazione di tasti o mille funzioni? Qui lo scopo è spaventare. Il gioco inizia con una frase del personaggio che recita: “Tutto ciò che ricordavo fino a quel momento era che mi trovai da solo”. Il punto di forza del gioco è che non ci sono dialoghi: il personaggio “parla” attraverso i pensieri ricordando tutto al passato, quindi raccontando i fatti come una storia, così il giocatore può immedesimarsi completamente nel personaggio, vivendo ciò che sente, ciò che prova, in prima persona. L’unica amica che il personaggio avrà sempre al suo fianco sarà una torcia, per illuminare i luoghi bui nei vari scenari. L’ambiente è completamente esplorabile, pur essendo a scorrimento laterale, e quando sarà possibile interagire con un oggetto, comparirà un alone bianco attorno ad esso.

Un’altra caratteristica interessante di Home è la molteplicità degli eventi nel gioco: in base alle scelte che si faranno nel gioco, accadranno fatti diversi, portando il giocatore non solo a volerlo rigiocare per scoprire tutte le possibilità, ma anche a voler osservare lo sviluppo della storia. Portando la trama a livelli estremi, dovendola infatti scoprire tassello per tassello, il giocatore è costretto ad andare più a fondo se vuole scoprire la verità di ciò che è accaduto al personaggio, rendendo più probabili dunque gli attimi di paura nel gioco. Inoltre, si basa molto sul carattere psicologico: il personaggio, pensando, dà al giocatore un motivo in più per preoccuparsi, mentre i rumori di fondo, come il temporale, porte che si chiudono e altri strani rumori, aumentano l’enfasi del gameplay, trascinando il giocatore in un baratro di paura e curiosità da cui difficilmente si riesce ad uscire. In poche parole, Home causa dipendenza, e pur essendo leggerissimo (pochi mega di hard disk) è estremamente longevo, anche se si finisce in un’ora e mezza circa.

Home è sicuramente un titolo horror ben strutturato, semplice da giocare, ma complicato da capire, in quanto non sempre si scopre tutto e rimangono dei buchi da colmare, che portano inevitabilmente a volerlo rigiocare. Ovviamente, non siamo minimamente ai livelli di giochi come Outlast, Amnesia, Anna, dove la grafica elaboratissima e tridimensionale, il sonoro realistico e le ambientazioni da brivido sovrastano e dominano sicuramente rispetto alle macchie di cioccolato rappresentanti il sangue in Home e gli scenari chilometrici sviluppati solo in lunghezza. D’altro canto, è stato volutamente fatto in grafica 8bit, e non essendo molti i giochi horror di questa tipologia, resta comunque un bel passatempo da fare da soli.

VOTO: 7,5

Home è disponibile per iOS e su Steam per PC e Mac a questo indirizzo.

Federico Prescianotto