GAMES & TECNOLOGIA – “HelmetClean”: un’innovazione tecnologica

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2013-02-04-444“Un sistema assolutamente ecocompatibile. Usiamo l’ossigeno per avere il pulito che non si vede”. Possiamo descrivere la HelmetClean con queste parole usate da Lorenzo Trevisan, l’ideatore di questo macchinario destinato a cambiare la vita di molte persone in fatto di igiene, pulizia e sanitizzazione. Ma cos’è realmente HelmetClean? Ce lo spiega nel dettaglio lo stesso Lorenzo, che siamo andati ad intervistare:

Ciao Lorenzo. Intanto grazie della tua disponibilità.”

“E’ un piacere potervi rilasciare quest’intervista.”

Dunque, innanzitutto parlaci un po’ di te. Cos’hai studiato e che lavoro fai?

“Io sono un tecnico, ho preso la maturità tecnica nel ’89 ed ho cominciato subito a lavorare nel campo dell’acciaio e dell’edilizia, un settore che prescinde completamente dal nuovo settore in cui opero ora. Inoltre, la vita mi ha portato ad avere conoscenze in chimica: più che altro, la mia è una passione, diventata poi un’attività.”

Bene. Quando hai avuto questa brillante idea?

L’idea è nata un paio di anni fa. Essendo motociclista, mi preparavo alla stagione, quindi il casco va smontato e lavato. Ma una volta lavato, non riesci a rimontarlo com’era prima, dunque mi sono chiesto: c’è un modo per intervenire sulla pulizia del casco senza doverlo smontare? Per un anno ho fatto dei prototipi, utilizzando vari sistemi, ma alla fine sono arrivato all’ozono. È l’ossidante più potente al mondo, ma devi saperlo controllare, e da solo non faceva ciò di cui necessitavo. Da qui è iniziata la ricerca che è durata un anno, e che ci ha portato a realizzare la macchina, la quale produce ozono, lo controlla e lo riconverte in ossigeno: inoltre viene messo sottovuoto, così ha la capacità di penetrare nei tessuti, quel che basta per uccidere batteri, acari, virus e muffa.”

Con chi hai lavorato per la creazione della macchina?

“Il team a cui mi sono appoggiato ha competenze ingegneristiche: quando ho scoperto questa cosa non avevo i mezzi per poterla realizzare, quindi mi sono appoggiato a persone amiche le quali mi hanno aiutato: un ingegnere chimico, un ingegnere meccanico ed un biologo. Quando interazione e sinergia hanno dato l’entusiasmo per concretizzare questa idea, il gioco era fatto: è quando una persona crede in un qualcosa, che tutto diventa possibile.”

A che tipo di utenza è indirizzato il prodotto?

“HelmetClean è solo la punta dell’iceberg perché il bacino d’utenza è talmente vasto che è impossibile da concretizzare. Ad esempio, i soggetti allergici agli acari hanno la necessità di sanificare cuscini, tappeti, ecc., e finalmente anche loro potranno essere tranquilli, visto che prima non esisteva un sistema idoneo, a meno che non si parli dei prodotti spray.”

Quelli in bombolette, che oltretutto sono nocivi per l’ambiente, visti i gas che contengono.

“Esattamente.”

Quando è stata creata la macchina?

“A marzo del 2010. La prima macchina usava come principio attivo il vapore secco, ma è stato un progetto che non è andato a buon fine, infatti è stato sostituito con altri sistemi fino ad arrivare nel 2011 con l’ozono e l’iterazione di qualche segreto industriale, non ultimo il sottovuoto, così l’ozono può penetrare i tessuti.”

Invece il brevetto quando è stato depositato?

Nel 2011. È un brevetto europeo, e verrà aggiornato ogni anno. Sto già pensando ad un sistema per eliminare le tracce di sudore all’interno dei caschi. Penso ci vorrà qualche mese e sarà il prossimo upgrade al brevetto.”

Interessante. Il prodotto è certificato secondo le norme vigenti?

“Assolutamente, con tanto di dichiarazione di conformità: possiamo commercializzarlo in tutta Europa. In questo momento uno dei nostri dispositivi si trova all’ISP di Monaco, il Salone Mondiale degli Sport su Neve, per sponsorizzare un dispositivo molto grande per sanificare i caschi a noleggio degli sciatori, così non si incorre a nessun tipo di allergie.”

Chi ha avuto modo di testare la macchina?

L’Università di Padova ha fatto tutti i test, ed una volta avuti i risultati abbiamo cominciato a commercializzare la macchina. Abbiamo iniziato con le lavanderie, come la Lavanderia Ferro, per risolvere i problemi dei soggetti allergici agli acari. È stato creato anche un marchio in franchising, Exipoint, e abbiamo dato l’esclusiva ad un distributore nazionale. Ora ci stiamo occupando  di altri settori, come quello motociclistico, ed anche quello militare.”

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Un traguardo molto importante. Quindi, quali altri sviluppi sta avendo?

“Con il Ministero della Difesa stiamo interagendo per costruire un dispositivo in grado di decontaminare tute ed oggetti contaminati da armi chimiche e batteriologiche. È un punto d’arrivo importantissimo per la nostra azienda perché daremo la possibilità di poter usufruire di questo dispositivo non solo alle caserme italiane, come il Terzo Stormo della Caserma di Villafranca dell’Aeronautica Militare CBRN, ma anche a quelle della NATO.”

Veniamo all’aspetto pratico. Come funziona la HelmetClean?

“Dunque, il funzionamento è puramente elettronico. C’è un piccolo compressore che decomprime la macchina. L’80% di aria all’interno viene tenuta in un serbatoio per 10 minuti. Il restante 20% nella macchina vien attraversato da una scarica elettrica di 6000 volt, quindi l’ossigeno diventa trivalente, ossia diventa ozono. Per la sua naturale instabilità, esso cerca di riassestarsi, quindi trova all’interno un oggetto, come un casco, e va ad aggredire tutta la carica organica al suo interno, con il conseguente abbattimento organico. Una volta che l’ozono ha fatto il suo lavoro, l’80% di ossigeno nel serbatoio ritorna in circolo, e si miscela con il 20% di ozono. Successivamente, una lampada a raggi UV, con una determinata frequenza, assorbe l’ozono in eccesso e lo riconverte in ossigeno. Ora, le parti per milione che si creano prima di questa catalisi sono circa 18/19 parti per milione di ozono: cosa significa? Pensa che 3 parti di ozono sono sufficienti per uccidere il virus dell’ebola in meno di un minuto, quindi pensa a che concentrazione d’ozono devo riconvertire in ossigeno. È per quello che l’80% di aria rimane nel serbatoio, perché mescolandolo con l’ozono il compito della lampada diventa più semplice, ed in meno di 4 minuti l’ozono ridiventa ossigeno, rilasciando meno dello 0,02 di ozono nell’ambiente, che è il minimo consentito dalla legge.”

Decisamente ecologico. Quali altre tipologie di macchine sono state realizzate o state realizzando?

“Per adesso abbiamo macchine piccole, ma stiamo progettando una macchina per tappeti, molto più grande. Ora facciamo macchine per caschi e calzature. Qualsiasi oggetto all’interno della macchina è soggetto ad un abbattimento pressoché totale della materia organica.”

Concludiamo con questa domanda: prevedi collaborazioni con altre aziende?

“Per ora stiamo collaborando con la Datacol, una multinazionale, e questa collaborazione secondo me darà  frutti importanti: inoltre prevediamo altre collaborazioni con marchi prestigiosi, ma voglio essere scaramantico, per cui no comment.”

Ok, non ci spingiamo oltre. Direi che abbiamo concluso, è stato un piacere conoscerti, e fa sempre piacere sentire nomi importanti che portano alto il nostro piccolo paese.

“Anche per me è stato un onore darvi questa opportunità.”

Non ci resta che augurare a Lorenzo un buon lavoro e speriamo che questa novità possa essere il punto di partenza per altre utili invenzioni.

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Foto per gentile concessione di “LAVANDERIA FERRO” Via Pra 10 Este

Federico Prescianotto

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