
Molti prendono le distanze dal volontariato perché visto come un “lavorare gratis” e i volontari come delle eccezioni sovrumane “casa-scuola-chiesa”. Altri invece si autoconvincono di non avere abbastanza tempo o energia per questi impegni cosiddetti “extra”. Eppure, se si sbirciasse più da vicino questo “circolo di matti”, ci si accorgerebbe che di sacrifici ultraterreni non ce ne sono, e di gratis non c’è proprio nulla.
So che può suonar strano e far quasi rabbrividire, ma un volontario potresti diventarlo pure tu, e ci son ben 11 motivi per cui potresti (e dovresti) valutare questa opzione.
1) Eat, sleep, study, spritz, repeat
La sera, da bravo studente come sei, ti ritrovi disteso a letto, sfinito dalla solita routine di cui non ti rimane altro che qualche formula di algebra, una o due nozioni di diritto, qualche giramento di testa e la cena in pancia. Ahimè, domani sarà lo stesso: conseguirai gli stessi effimeri risultati, forse imparerai la curva di domanda invece che quella di offerta, magari giocherai a Pes al posto dello spritz con gli amici, ma sarai sempre e comunque lo stesso, personalmente povero quanto il giorno prima.
Azioni apparentemente a senso unico, come una chiacchierata con un anziano rimasto solo per settimane, un sorriso ad un senzatetto, una gag per un bambino malato, possono rendere più di quel che credi. Ti possono scalfire in profondità, lasciando impronte che ti torneranno utili nel corso di tutta la tua esistenza. Puoi imparare a gestire le emozioni, sia le tue che quelle degli altri; a comportarti nelle più svariate delle occasioni, dalla festicciola tra amici al colloquio di lavoro; a metterti in gioco, ad apprezzarti, a non perderti d’animo.
2) Dei supereroi mancati
Ti dicono che sei giovane, carico di potenziale per intraprendere grandi opere per l’intera umanità. Eppure tu non ci vuoi credere, e ti senti ancora più stanco e vecchio dentro. Nel contempo, però, quando si tratta di piroettare in discoteca, di premere vigorosamente il tasto X del joystick o di alzarti dalla sedia del bar, gloriosamente dirigerti verso il bancone, fare un cenno con la mano e ordinare un cocktail, quell’energia di cui accennano pare proprio che non ti manchi.
Che venga dissipata per azioni superflue, o rimanga latente e inutilizzata, tale vitalità capita una volta nella vita e quando ti ritroverai vecchio anche fuori probabilmente ne rimpiangerai il mancato utilizzo. Ti ritroverai seduto sulla tua poltrona preferita, con una moglie, forse dei nipotini, l’abbonamento calcio & sport e la consapevolezza di non aver lasciato nulla di buono tale da rammentare al pianeta che “Grazie a Luigi” qualcosa è cambiato in meglio.
3) Siamo degli schifosi egoisti
Dai, senza girarci tanto attorno: si fa volontariato (anche e soprattutto) per sentirsi bene con sé stessi e per apparire delle brave persone in mezzo alla folla. Così facendo i passanti ti mostreranno rispetto e apprezzamento, i professori si autoconvinceranno che non copierai all’esame e le nonnine incoraggeranno le loro nipotine a sposarti.
4) Un buon vino gratis
È scientificamente provato che dedicarsi agli altri garantisce ricompensi sia fisici che mentali. Come accertato da molti esperti, concentrarsi su qualcuno che non sia te stesso interrompe i cosiddetti “tension-producing patterns”, in altre parole: riduce lo stress. Inoltre, tale altruismo è in grado di innescare umori ed emozioni come l’ottimismo, la gioia, il controllo sulla propria sorte. Insomma, fare volontariato è un po’ come una bottiglia di un buon vino, ma gratis e senza giramenti di testa.
5) Un’università gratis
Oltre che a plasmarti come persona, fare volontariato può fruttare anche sotto il punto di vista accademico e professionale. In questo ambiente moderatamente competitivo, le conoscenze e competenze di ciascun collaboratore vengono riversati nello stesso calderone da cui ognuno può trarre la propria razione giornaliera. A differenza di quel compagno di università che non intende condividere i suoi appunti, nessuno ti priva di godere di tale ricchezza, anzi, ti verrà espressamente richiesto di attingerne e farne uso il più possibile.
Più nello specifico, molto spesso capita che vengano assegnati degli specifici ruoli e mansioni perfettamente in linea con il proprio corso di studi, per esempio nel campo dei media, marketing e organizzazione di eventi. In questo caso, verrai prontamente affiancato da chi di esperienza ne ha già in materia, offrendoti così lezioni gratis in preparazione ad un vero lavoro.
6) Ti tuffi senza una giuria
Nessuno è lì con una penna rossa pronto a giudicarti. Puoi provare il tuffo doppio carpiato senza temere di essere squalificato. L’inventiva è sempre premiata e gli sforzi altrettanto riconosciuti. Nessuna ansia di prestazione: puoi dare del tuo meglio così come tu sai fare, senza alcun fiato sul collo. Puoi esprimerti, sperimentare e utilizzare le tue abilità, svilupparne di nuove e farti travolgere dalla missione.
7) Un tocco di colore al tuo CV
“Stage in azienda”, “Stage in banca”, “Corso di programmazione”, “Diploma 89/100”: complimenti, un curriculum con tanto di fiocco, ma che c’è dentro il pacchetto? In questo contesto, un’esperienza di volontariato può riempire quel vuoto e dire qualcosa in più su di te, oltre al fatto che ti sei spaccato la schiena per quel bel, lineare ed impeccabile CV.
Aggiungendo una nuova dimensione alla tua persona, quella voce in più può allargare apprezzabilmente lo spettro delle tue prospettive di carriera. Nel “lavorare gratis per una determinata causa” un ipotetico datore di lavoro può vedere in te un candidato in grado di dimostrare dedizione e impegno al di là del mero aspetto materiale, ovvero di ciò che cade effettivamente nel portafoglio. Quella riga in più è una spennellata di colore al tuo CV, oltre il bianco e nero della tua lodevole, ma piatta, carriera professionale.
8) Il ritmo lo decidi tu
A differenza di uno stage o un lavoro, il volontariato può facilmente infilarsi tra un impegno e l’altro della tua vita super indaffarata. A seconda di quanto tu voglia trarre da questa esperienza, il tempo da dedicare può variare dai 15 minuti una volta a settimana alle due ore ogni due mesi. Gli orari sono spesso flessibili e le associazioni sono alquanto comprensive nei confronti dei tuoi “umane” faccende e “vitali” bisogni, tra cui università, lavoro, manicure, calcetto o morosa.
9) Migliori il tuo habitat naturale
Con le tue stesse mani puoi allestire un gradevole ambiente in cui vivere tutti i giorni. Il tuo contributo può migliorare la vita di quegli “elementi disturbanti” delle tue giornate, dalla bambina che ti sgrana gli occhi per qualche moneta, al barbone in stazione che devi stare attento a non calpestare.
10) Apprezzi
Solo entrando in contatto con persone sventurate o situazioni disagiate, inizi a renderti conto di quanto tu sia fortunato. Ti accorgerai che tale fortuna non si misura esclusivamente dal numero di modello dell’iPhone o dalla sofficiosità del tuo materasso, anzi, là fuori dalla tua casetta calda e accogliente, ci sono bambini senza genitori, coetanei che lottano contro una malattia degenerativa, altri contro sé stessi, genitori contro dipendenze, anziani contro la solitudine. Non darai più nulla per scontato, sorriderai più spesso e ti lamenterai di meno.
11) Conosci altri esseri umani utili e interessanti
Se trovi arduo approcciare con le tipe troppo prese a scattare selfie, o nel caso in cui i marpioni dei locali non ti dicano nulla di rilevante, facendo volontariato hai l’opportunità di conoscere migliaia di persone che spesso puntano oltre alla sbornia del sabato sera e sapranno affascinarti con qualcosa in più del “Oggi mi sono fatta le unghie” oppure “Finalmente mi sono preso la X1 al posto della Porsche”.
Che sia sollevando una scatola o immedesimando una scenetta per far sorridere qualcuno, non ci sono scuse né timidezza che tengano: sarai obbligato ad entrare in contatto con questi individui dalla “marcia in più” e non sentirai alcun bisogno di gonfiare la storia della tua vita per conquistarli, perché già quel tempo che stai dedicando agli altri dice tanto di te.