· Regia: Bennett Miller
· Sceneggiatura: Dan Futterman
· Cast: Philip Seymour Hoffman, Catherine Keener, Clifton Collins Jr., Chris Cooper, Bruce Greenwood
· Durata: 114 minuti
· Genere: Drammatico
· Anno: 2006
TRAMA
Nel 1959, in una piccola cittadina del Kansas, si svolge il terribile e brutale assassinio della famiglia Clutter. La tragedia attira le attenzioni di uno fra i più importanti scrittori dell’America anni ’50, Truman Capote, che è intenzionato a fare un reportage per il New Yorker, riguardo alla reazione della popolazione locale all’avvenimento. La cattura dei due assassini fa cambiare idea allo scrittore, che decide di scrivere un romanzo documentaristico, organizzando lunghi colloqui con la coppia di criminali, ma in particolar modo con Perry Smith, nel quale Capote rispecchia la sua infanzia travagliata.
CIRTICA
Realizzare un film su Capote, un personaggio notoriamente articolato e pieno di caratterizzazioni, è un impresa che va premiata e il merito di questo successo è per il 100% di Philip Seymour Hoffman. Un attore incredibilmente bravo, con una lunga carriera ancora davanti di sé, che purtroppo, non continuerà più. Il 2 febbraio di quest’anno, Hoffman è stato ritrovato privo di vita nel bagno della sua casa a Manhattan. La causa della morte è overdose; l’attore premio Oscar, è stato ritrovato con ancora l’ago della siringa dentro la vena e il laccio emostatico che gli stringeva il braccio.
Un grande attore che è morto troppo presto, che ha lasciato come testamento questa sua magistrale interpretazione di Truman Capote.
Le difficoltà di recitare nei panni dello scrittore di “Colazione da Tiffany”, sono ostacoli per cui molti attori avrebbero rifiutato, a cominciare dalla sua voce acuta e femminile, ed anche le sue movenze, l’espressione ammiccante, il rapporto cinico e distaccato con i due carcerati, una moltitudine di sfaccettature, quindi, difficili da coordinare e unificare in un solo personaggio. Hoffman, invece, si trova a suo agio; dimagrisce di molto per aumentare la sua già notevole somiglianza a Capote, si appropria della gestualità che ha reso celebre il protagonista del film. Per questa interpretazione l’attore dello stato di New York ha giustamente vinto tutti i più prestigiosi premi cinematografici, dall’Oscar ai BAFTA.
Per quel che riguarda la parte al di fuori della recitazione, bisogna ammettere che Miller, al suo esordio in uno sceneggiato, ha dato il meglio di sé; un film che parte molto velocemente, presentandoci subito gli attori e la vicenda dalla quale nascerà il romanzo, rallentando in seguito per analizzare al meglio il rapporto che si instaura fra Capote e Perry Smith, uno dei due assassini. Un film con una tecnica molto pulita, forse anche troppo. Un uso maggiore di piani destabilizzanti avrebbe accentuato l’emozioni trasmesse agli spettatori, aiutando la comprensione del carattere cinico e contemporaneamente contemporaneamente umano dello scrittore.
Questa carenza è in parte compensata da un utilizzo della fotografia a dir poco curato, evidenziando gli stati d’animo di Capote con vera maestria, sfiorando la candidatura all’Oscar in quel campo per un soffio.
Esordio alla sceneggiatura per Futterman, che assume l’arduo compito di ricostruire le vicende dell’ultimo libro scritto da Truman Capote, “A Sangue Freddo”, che lo fece entrare definitivamente e a pieno titolo nell’Olimpo degli scrittori americani. Futterman scrive bene, ma osa poco; un confronto più diretto sull’infanzia molto simile dell’assassino con quella del l’inviato del New Yorker avrebbe dovuto essere più diretto.
VALUTAZIONE
Un ottimo film per ricordare un ottimo attore, che non ha mai trovato molto spazio nel ruolo di protagonista, riuscendo però a collezionare tre nomination agli Oscar per miglior attore non protagonista.
La morte di un attore sembra quasi surreale. Nella pellicola non invecchiano mai, rimangono sempre uguali.
La loro immagine, i suoi ruoli e le sue battute sono impresse per sempre nel immaginario collettivo.
Un attore non morirà finché il cinema vivrà.
VOTO
7
CITAZIONI
“E’ come se fossimo cresciuti nella stessa casa. E un giorno lui è uscito dalla porta sul retro e io da quella davanti”
“Attento a quello che fai per ottenere quello che vuoi.”
Giulio Zancanella