
- Regia: Daniele Ciprì
- Sceneggiatura: Daniele Ciprì, Massimo Gaudioso, Alessandra Acciai, Miriam Rizzo
- Cast: Sergio Castellitto, Rocco Papaleo, Valeria Bruni Tedeschi
- Durata: 90 minuti
- Anno: 2014
- Genere: Commedia
TRAMA
Oscar è un avvocato che ha deciso di “aiutare” disgraziati facendoli passare per finti invalidi, naturalmente l’aiuto è dietro compenso. La sua vita procede fra piccoli imbrogli e cause truffaldine, quando, dopo aver finto di essere stato morso da un cane, conosce Armando, un ex galeotto imprigionato anche se innocente. Oscar ascolta la storia dell’ormai non più carcerato e decide quindi di aiutarlo, abbandonando i suoi vecchi sistemi e cominciando la crociata per il risarcimento e la riconoscenza della libertà di Armando.

CRITICA
Ciprì torna per la seconda volta sui grandi schermi senza la collaborazione di Maresco, con la quale formava la coppia già autrice di numerosi film come “Totò che visse due volte” o “Il ritorno di Cagliostro”, nonché il famoso programma “Cinico tv” trasmesso durante Blob.
“La buca” è un film che si allontana completamente dal passato artistico grottesco del regista, che decide di sperimentare un genere più commerciale, anche se i suoi lavori sovrastano tecnicamente e concettualmente gran parte della produzione nostrana. Se con “È stato il figlio” Ciprì aveva convinto la maggior parte della critica, vincendo anche un Leone d’oro a Venezia per la fotografia, con “La buca” viene consacrato come un nuovo regista di alto livello in Italia.
La seconda pellicola in solitaria di Ciprì ha una struttura semplice ma convincente, che conquista di più per l’alto livello scenografico e registico che per quello di soggetto/sceneggiatura.
In fin dei conti la storia è una di quelle viste e riviste, ma il regista palermitano è riuscito a darle un nuovo tocco, che sfiora il fantastico. Attraverso l’ambientazione, i costumi, la fotografia curatissima, risucchia lo spettatore in un vortice immaginario, inglobandolo nella realtà cinematografica, e lo induce a smettere di pensare alla trama, convincendolo a vivere la storia come protagonista ectoplasmatico del film.

Per quanto concerne gli attori, Rocco Papaleo esce completamente demolito dalla messa a confronto con un attore di calibro come Sergio Castellito. L’attore romano invade la scena con la sua fisicità, i suoi ampi movimenti disegnano enormi spazi all’interno delle inquadrature e questi aiutano a rendere il film più di movimento, vivo e acceso. Papaleo sembra quasi imbarazzato all’accostamento e si percepisce la sua “verginità” su set più importanti (Pieraccioni gli avrà portato tanti soldi e fama ma non l’ha certo aiutato come carriera artistica). Valeria Bruni Tedeschi personalmente ha una voce che ritengo fastidiosa (sembri che sospiri di continuo) ma non si può negare che comunque faccia una buona interpretazione.
Interessante notare che i due personaggi sono totalmente complementari, un avvocato disonesto e un carcerato innocente, uno ordinato e l’altro disordinato, sono attratti dalla stessa donna ma in maniera diversa. In definitiva, una serie di piccoli dettagli che servono a porre l’accento sul rapporto che si viene a creare fra i due personaggi, in alcuni casi un po’ banalmente, soprattutto per quanto riguarda il finale dove viene proposto il classico accrescimento morale di entrambi i personaggi che imparano l’uno dall’altro.

VALUTAZIONE
Film obbligatorio da vedere nell’avvio della stagione cinematografica italiana. Ho la sensazione che un giorno il regista siciliano regalerà tante gioie al cinema del Belpaese. Per ora sta facendo pratica con il pubblico, ma sono pronto a scommettere che il suo prossimo film sarà un capolavoro. Diamogli fiducia!
VOTO: 7
SE TI È PIACIUTO: consiglio “È stato il figlio”, film del 2012 con protagonista Toni Servillo, o i vari film film della coppia Ciprì e Maresco.
Giulio Zancanella