- Regia: Mario Martone
- Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita Di Majo
- Cast: Elio Germano, Massimo Popolizio, Michele Riondino, Isabella Ragonese, Paolo Graziosi
- Durata: 137 minuti
- Genere: Drammatico, Biografico
- Anno: 2014

TRAMA
A Recanati dei bambini giocano in un cortile, circondati da un’alta siepe. I bambini sono i tre fratelli Leopardi e passeranno insieme molto tempo, soprattutto a studiare nella fornitissima biblioteca del padre Monaldo. Uno fra loro spicca però su tutti i campi. Giacomo legge e studia fino a distruggere il suo stesso corpo, ma la sua intelligenza è a dir poco impressionante.
Il ragazzo ha voglia di entrare nella storia, di fare qualcosa di grande, spingendolo fuori dalla cittadina marchigiana, in cerca di nuovi mondi letterari da conoscere.
CRITICA
Anche se a Venezia 71 non è riuscito a vincere nulla, “Il giovane favoloso” sta avendo un ottimo successo, sia di critica che di pubblico, affermandosi al vertice degli incassi stagionali dei film italiani.
Non poteva essere altrimenti, visto il protagonista del film, uno dei personaggi più odiati e amati all’interno delle scuole: Giacomo Leopardi. Probabilmente è scattata una scintilla all’interno della massa italiana che ha incendiato la curiosità attorno alla vita del poeta, suscitando il bisogno di verificare se era così “sfigato”, come raccontava la professoressa.
Ovviamente molti sono andati anche per assistere all’ultimo lavoro cinematografico di Mario Martone, regista napoletano già famoso e acclamato per suoi lavori precedenti come “Morte di un matematico napoletano”, “L’amore molesto”, “Teatro di guerra” e numerose regie di spettacoli teatrali e varie opere liriche.
Un artista a tutto tondo nel panorama italiano, che sceglie di sfidarsi intraprendendo un percorso angusto, di notevole difficolta tecnica e realizzativa, poiché non è per nulla da sottovalutare la decisione di realizzare un film biografico basato sul personaggio di Leopardi, visti i confronti con altre pellicole che raccontano le gesta o i pensieri di grandi autori del passato, spesso rivelatesi poco apprezzate e lontane da raccontare realisticamente la vita di questi.
La sua precisione nell’immagine, l’inquadratura che è sempre alla ricerca di un elemento che trascende i vincoli della forma. Nel “Giovane” è riuscito anche ad inserire una specie di continuum con il suo precedente film, “Noi credevamo”, girato in occasione del 150° anniversario dell’unione d’Italia, citando appunto nel film le idee unioniste di vari letterati dell’epoca.Gran parte del merito della perfetta riuscita de “Il giovane favoloso” va quindi a Martone e alla sua troupe. Inutile lodare un regista che è già entrato a pieno diritto nell’olimpo del cinema italiano, uno dei pochi che ha le possibilità di far tornare a valere i prodotti nostrani nei paesi esteri (o almeno in Europa).
Il regista partenopeo ha creato la giusta atmosfera anche grazie ad un utilizzo sopraffino dei luoghi leopardiani e dei costumi, curatissimi in ogni dettaglio, da far invidia a “Barry Lyndon”.
Germano è stato artefice di una trasformazione fisica e psicologica di prim’ordine, raramente vista in Italia. Per addentrarsi ancor meglio nella difficile personalità del soggetto, Germano ha ben pensato di cominciare a vivere come Leopardi, raccogliendo informazioni dai più grandi studiosi del poeta, leggendo tutti i suoi scritti, arrivando addirittura a dormire nelle stanze e nei letti del poeta di Recanati. In poche parole, il suo studio sul personaggio avrebbe strappato un applauso perfino a Stanislavskij. L’attore romano è creatore di veri e propri attimi magici all’interno del film, dove la sua voce guida la regia e il ritmo del film, soprattutto per quanto riguarda i momenti in cui si assiste alla creazione delle poesie. Sembra banale, ma interpretare la creazione di una poesia e recitarla, sono due cose completamente diverse. Immedesimarsi nel poeta, cercare di sentire, provare quello che provò lui nel momento in cui le parole della composizione gli affollarono la mente. È questa la magia più grande che offre “Il giovane favoloso”.Ma il fattore chiave che ha messo “Il giovane favoloso” sul primo gradino del podio al botteghino è l’attore che interpreta Leopardi, cioè Elio Germano. Non avevo mai visto da parte sua una recitazione così intensa e sotto alcuni aspetti, esagerata.
VALUTAZIONE
Tutti hanno dovuto passare attraverso le poesie di Leopardi e tutti hanno pensato, vista la sua condizione psico-fisica, che fosse uno “sfigato”.
Ok, ci siamo sbagliati.
Leopardi era in realtà un ribelle, un Kurt Cobain del ‘800, che con i suoi versi voleva esprimere la sua voglia di libertà, la sua visione del mondo, il desiderio di avere un amore e un amico. La sua poesia non era frutto del suo aspetto, ma della sua mente.
In breve, Leopardi è spiegato meglio in questo film che nelle scuole. Consigliato a tutte le professoresse che hanno voglia di insegnare veramente chi erano i nostri autori.
VOTO: 8 ½
SE TI È PIACIUTO
Consiglio vivamente tutti i film del regista Martone e in aggiunta, il cult italiano “Il Gattopardo” di Luchino Visconti.