CINEMA – Blue Jasmine (il nuovo colore di Allen)

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  • Regia: Woody Allen
  • Sceneggiatura: Woody Allen
  • Cast: Cate Blanchett, Alec Baldwin, Louis C.K., Bobby Cannavale, Andrew Dice Clay
  • Durata: 98 minuti
  • Genere: Drammatico
  • Anno:2013

TRAMA

Jasmine Francis, è una donna che sta attraversando il periodo peggiore della sua vita; abituata alla dimora agiata a Park Avenue, in quel di New York, con un marito imprenditore che la vizia con continui regalini, Jasmine si trova catapultata nella costa opposta degli U.S.A., con il marito suicida in prigione, arrestato per evasione fiscale. Nella costa ovest troverà la sorella Ginger, e una vita completamente diversa a quella a cui era abituata.

CRITICA

In seguito aver firmato uno dei film più brutti di tutta la sua carriera, Allen torna in luce per quel gran regista che tutta la critica e il pubblico hanno apprezzato per i suoi innumerevoli capolavori.

Dopo aver girovagato le capitali europee, in cerca di location sempre nuove, Allen torna negli Stati Uniti per regalarci “Blue Jasmine”, sicuramente fra i film più belli di questo fine 2013. È un Woody Allen nuovo, mai visto così immerso in temi sociali, infatti, prende anche lui spunto dalla situazione economica mondiale (un po’ come tutti). La costa pacifica riesce a ispirarlo per creare una storia incentrata su un personaggio femminile, che mai in nessun film precedente del regista newyorkese ha avuto tale intensità. Il merito va indubbiamente a Cate Blanchett, un’attrice che non aveva nulla da dimostrare ma con questo film si assicura una nomination agli Oscar. Interpretare una donna sull’orlo di una crisi di nervi (per citare Almodovar) e riuscire a caratterizzarla anche nei piccoli dettagli, è sicuramente un impresa che molti attori avrebbero rifiutato. La maestosità della Blanchett crea un divario enorme con il resto dei personaggi, troppo stereotipati, che riescono a fatica a reggerle la scena.

Il punto chiave delle pellicole di Woody Allen, per chi non lo sapesse, è la sceneggiatura, solitamente piena di un’ironia tagliente e colta, con personaggi ben fissati nella mente del regista occhialuto, che li ripropone sempre circondandoli di trame diverse. Per questo film Allen s’ispira nettamente al Capolavoro cinematografico di Elia Kazan “Un tram che si chiama Desiderio”, dal quale riprende l’evoluzione psicologica della protagonista, aggiunge più scene in esterni e più integrato nel contesto sociale, ma mette un attore che scimmiotta l’indimenticabile Marlon Brando; anche lo stesso titolo del film riprende il nome della protagonista del film di Kazan, Blanche DuBois, accostando un colore e un nome francese.

La regia è, come sempre, scorrevole e accompagna il film in ogni sua evoluzione e, allo stesso modo, la fantastica colonna sonora jazz accompagna le immagini sullo schermo.

VALUTAZIONE

Fra i migliori dell’ultimo periodo di Allen. Credete che dopo aver girato un film di queste proporzioni, l’ormai settantottenne regista si concederà una pausa? Macché, nel prossimo film tornerà a girare in Francia e fra meno di un anno rivedremo la sua genialità (si spera) sullo schermo.

Un regista instancabile che ha evidentemente perso il confine fra la sua vita e il cinema, ed ora per lui essere dietro una macchina da presa equivale a respirare. Lode e Gloria a un regista che ha fatto e continua a fare la storia della cinematografia mondiale.

VOTO

7

CITAZIONI

“C’è un limite ai traumi che una persona può sopportare prima di mettersi ad urlare in mezzo alla strada”.

Giulio Zancanella