
Fin dal suo annuncio, “Batman v Superman: Dawn of Justice” è stato un progetto molto discusso e controverso, ora che è finalmente approdato in sala, gran parte della critica lo ha stroncato senza appello. Eppure BvS è ben lungi dall’essere il disastro dipinto dalle recensioni. È certamente una pellicola con qualche evidente difetto, ma presenta anche altrettanti pregi, e anzi la bilancia è nettamente in positivo. Già nel titolo è riassunta la peculiarità principale della nuova creatura di casa Warner/DC: non siamo di fronte a un film, ma a tre film condensati in uno. Perché questo è il seguito di “Man of Steel” (2013), ma anche la presentazione del nuovo Batman a nemmeno quattro anni dalla chiusura della trilogia di Christopher Nolan, e infine è il film con il compito di porre le fondamenta della Justice League (gli Avengers della Dc Comics).

In questa baraonda, Superman risulta forse il personaggio più sacrificato. Si parte da uno spunto interessante, direttamente collegato con il primo episodio, alla fine del quale l’uomo d’acciaio ha salvato il mondo, ma causando distruzione immane e con un alto costo in termini di vite, avendo oltretutto attirato lui stesso, per quanto involontariamente, la minaccia aliena. Inoltre ha dato prova di poteri non arginabili da nessuna forza umana, per cui molti si sentono alla mercé della sua volontà. Si forma perciò una spaccatura nell’opinione pubblica, che in parte lo considera ancora un segno di speranza, ma in parte gli è ostile. Inoltre nel corso del film si trova per la prima a sperimentare una fallibilità quasi umana. Molta carne al fuoco dunque, ma lo sviluppo e il ritmo frammentato della pellicola chiedono allo spettatore di colmare le molte lacune tra un salto narrativo e l’altro. Il rapporto con Lois è condensato in pochi scambi di battute, ed è un peccato perché la chimica tra Amy Adams e Henry Cavill funziona. Tuttavia, come spesso accade nei film di Snyder è il lato visivo, più che la narrazione, a dare conto dello sviluppo dei personaggi. Nella prima parte spesso Superman appare come una visione, fluttuante nel cielo e circonfuso di luce, simile a un dio agli occhi di chi viene soccorso. Ma Cavill è bravissimo a far trasparire come ormai per lui questo ruolo sia un fardello. Solo nell’ultima battaglia si lancerà con un grido, non più impassibile, ma nuovamente convinto della sua missione.

L’altro polo del film è il nuovo Batman di Ben Affleck. I dubbi seguiti al casting dell’attore vengono dissipati non appena lo si vede indossare cappuccio e mantello. Grosso e imponente, combatte in modo brutale e violento. Non ha la precisione chirurgica del cavaliere oscuro di Christian Bale, ma distribuisce e incassa colpi in maniera furiosa, più come un pugile che come un esperto di arti marziali. Il suo arco narrativo gravita tutto attorno al superamento del cinismo e la disillusione con cui ormai guarda ogni cosa. Anche in questo caso però pulsioni e drammi interiori sono appena sbozzati o vengono mostrati amalgamati con mille altre cose, senza riuscire mai ad emergere in maniera definita. Ma la verità è che il focus non è il tormento del cavaliere oscuro, ma ciò che esso lo ha fatto diventare, e per esprimerli basta la sua cupa violenza.

La terza anima del film, ossia la presentazione della Justice League, trova spazio in maniera abbastanza particolare. Se i “rivali” della Marvel si accontentano di confinare le anticipazioni in qualche easter egg e nelle scene dopo i titoli di coda, “Batman v Superman” è letteralmente costellato di riferimenti a ciò che ci aspetta, arrivando addirittura a porre una sorta di presentazione dei futuri membri del team nel bel mezzo di uno dei momenti topici. La stessa presenza di Wonder Woman è funzionale a questo scopo. Spesso nelle recensioni viene rappresentata come l’unica nota lieta nel guazzabuglio creato da Snyder, ma la verità è che il suo è poco più di un cameo esteso. Tuttavia la prima impressione è proprio quella che la scelta di Gal Gadot per il ruolo sia stata azzeccatissima, per come si inserisce con eleganza e allo stesso tempo credibilità nel violento scontro finale.
Tirando le somme, il risultato è un film forse un po’ compresso per via delle tante cose che vuole mostrare allo spettatore, ma ciò è ampiamente controbilanciato dalla forma in cui è presentato. Il ritmo sostenuto che ne risulta tuttavia sorregge la trama semplice e lineare, la rende coinvolgente e a volte ne maschera le lacune. La colonna sonora, che se ascoltata di per sé pare un gradino sotto ai migliori lavori di Hans Zimmer, calza tuttavia a pennello nel sottolineare l’azione ipercinetica e muscolare che costituisce il vero cuore pulsante del film. Snyder inoltre è un vero fan dei fumetti: finora gli altri film di supereroi si limitano ad adattare i personaggi dei comics, mentre egli replica consuetudini e immagini della nona arte sul grande schermo, rielaborandoli attraverso il suo grande talento visivo. Se “Batman v Superman” ha un pregio quindi è proprio quello di settare il tono per il futuro universo cinematografico della DC Comics, un tono estremamente diverso da quanto proposto dai Marvel Movies, un tono che affonda le sue radici nelle pagine degli stessi fumetti che sta adattando, mimandone i pregi e talvolta, purtroppo, anche i difetti, ma mantenendone così intatto il fascino.