Neanche lo scandalo Mose può fermare la marea di star pronta a sommergere il Lido veneziano, che da mercoledì ospita la 71° edizione del Festival d’arte cinematografica, uno degli eventi mondani e cinematografici più importanti nel mondo.
Il festival negli ultimi anni ha vissuto un calo d’importanza relativo al prestigio dei nomi presenti, sempre preservando qualità e fascino che solo Venezia può regalare. Quest’anno il festival ha tutte le potenzialità per tornare a riconfermarsi l’evento cinematografico più importante d’Italia e riassumere il fascino internazionale.
In quest’edizione del Festival veneziano troviamo qualche titolo che cattura l’attenzione: primo fra tutti, il film che ieri ha aperto le danze per la corsa al Leone d’oro, cioè “Birdman”, ultima opera del regista messicano Alejandro Gonzalez Inarritu. Tutti i suoi film sono considerati dei capolavori e anche quest’ultimo potrebbe avere la stessa nomea. Grazie al cast di questo film, il red carpet veneziano è stato illuminato dalla luce di alcune star (o erano i flash?) fra cui Michael Keaton, Edward Norton, Emma Stone e lo stesso regista. “Birdman” ha buone probabilità di vittoria, poiché il regista messicano è molto apprezzato dalla critica di tutto il mondo e per alcuni quest’anno agli Oscar ci sarebbe una statuetta con già pronto il suo nome (speriamo). Intanto non resta che aspettare una data per l’uscita del film in Italia, mentre negli Stati Uniti è fissata per il 17 ottobre.
Altro nome che risalta agli occhi è quello di Abel Ferrara, regista di grande esperienza, il quale presenta in concorso il suo “Pasolini”, pellicola che racconterà le ultime ore di vita del Maestro italiano prima di venire assassinato nella spiaggia di Capocotta. L’attore prescelto ad interpretare Pasolini nell’omonimo film è William Dafoe, affiancato da Riccardo Scamarcio nei panni di Ninetto Davoli e Ninetto Davoli nei panni di Eduardo De Filippo e Valerio Mastrandrea. Un film destinato a far parlare di se, ma come diceva il Maestro “Scandalizzare è un diritto. Essere scandalizzati un piacere”.
Dopodiché abbiamo un re indiscusso che parteciperà a Venezia con ben due film: Alfredo Pacino (per gli amici Al), una leggenda del cinema. L’attore, che mancava dalle scene da due anni, torna a Venezia con un film in concorso, “Manglehorn” di David Gordon Green e uno fuori “The Humbling” del premio Oscar Barry Levinson (“Good Morning. Vietnam” e “Rain Man”).
Altro attore che si dovrà sdoppiare a Venezia sarà Ethan Hawke, il quale reciterà anche nel film del neozelandese Andrew Niccol (già sceneggiatore di “The Truman Show” e regista di “Gattaca” e “In Time“). La pellicola, intitolata “Good Kill” parlerà di un pilota di droni in lotta contro i terroristi.
Di film da inserire nella categoria osservati speciali il festival ne è zeppo; “The Cut” di Fatih Akin, regista di “Soul Kitchen”, che tratterà il delicato tema del genocidio armeno. “99 Homes” dove Andrew Garfield, diretto da Ramin Bahrani, sarà un agente immobiliare alle prese con la crisi immobiliare. Il documentario sugli effetti delle purghe anticomuniste in Indonesia di Joshua Oppenheimer, “The Look Of Silence”. Da segnalare il ritorno alla regia di Peter Bogdanovich con “She’s Funny That Way”, con Owen Wilson e Jennifer Aniston.
Anche gli italiani offrono grande qualità all’interno del concorso, gareggiando con tre opere. Mario Martone dirigerà Elio Germano che indosserà i panni del poeta Giacomo Leopardi nel film “Il giovane favoloso”, “Hungry Hearts”, diretto da Saverio Costanzo (figlio di Maurizio), tratto dal libro “Il bambino indaco” e per ultimo, “Anime nere”, film sulla Calabria e sulla ‘ndrangheta, realizzato sotto la regia di Francesco Munzi.
Altre pellicole italiane fuori concorso ma comunque molto interessanti sono due, entrambe accentrate verso il mondo politico italiano. Il primo è di Sabina Guzzanti che ha girato “La trattativa”, storia della trattativa stato-mafia, il secondo, “Belluscone, una storia siciliana”, diretto da Franco Maresco, spiega il film nel titolo; sarà presentato nella categoria Orizzonti.
Oltre questi, verranno presentati altri film italiani, come “Italy in a Day” di Gabriele Salvatores, “Perez” di Edoardo De Angelis e “Senza nessuna pietà” di Michele Alhaique.
La giuria, presieduta dal compositore Alexandre Desplat, sceglierà il vincitore il 6 settembre. Nel frattempo, possiamo sperare nella vittoria di un film italiano come accaduto l’anno passato con “Sacro GRA” di Francesco Rosi. Non abbiamo vinto i mondiali di calcio, ma vincere due volte il Leone d’oro sarebbe una vittoria per tutta l’Italia e per la sua cultura. Viva Venezia (tranquilli, non sono per l’indipendenza veneta).
Giulio Zancanella