Erik Ravelo è uno scultore cubano, pittore e multi media-artist. E’ nato a L’Avana, a Cuba. nel 1978 . Ha studiato all’Accademia “Nacional de Bellas Artes San Alejandro” a L’Avana , dove si è specializzato in pittura. A 18 anni fugge a Cuba, in Argentina, per perseguire il suo sogno di lavorare liberamente come artista. Inizia la sua carriera come art director presso un’agenzia pubblicitaria a Buenos Aires e vi lavora sino al 2002. Arriva in Italia e, dopo aver lavorato presso l’agenzia Armando Testa di Torino, nel 2007 è torna a Fabrica, l’agenzia di comunicazione di proprietà del Gruppo Benetton a Treviso, Italia, di cui è attualmente direttore. Una fra le sue campagne più note per Benetton è “Unhate“, che ha lasciato tutti basiti tramite alcuni scatti dei leader mondiali ravvicinati da un bacio e, per questa sere, gli è stato assegnato il Grand Prix a Cannes nel 2012. Tra gli altri suoi progetti troviamo anche “Lana Sutra” e “Gli Intoccabili“. Le sue stravaganti e sensazionali opere sono esposte in tutto il mondo.
La sua campagna “Unhate” è stata lanciata nel 2011 e sponsorizzato dal Gruppo Benetton .
Tutto è stato incentrato sul tema del bacio, simbolo d’amore, con una piccola particolarità: è un bacio tra i leader politici e religiosi mondiali. Barack Obama e il leader cinese Hu Jintao, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, il presidente palestinese Mahmoud Abbas e il il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Sono immagini che racchiudono in sé un significato allegorico e vengono usate per portare l’osservatore ad una profonda riflessione su come la politica, la religione e le proprie ideologie debbanno portare al dialogo, alla riconciliazione, appunto contro l’odio, nonostante siano spesso contrarie le une alle altre.
Il loro obiettivo principale è la vera comunicazione. Erik cerca di mirare ai giovani, vuole che siano loro la svolta culturale tanto attesa, soprattutto attraverso internet, i social network e i media. Punta ad un dialogo aperto, desidera una democrazia attiva, che non sia impedita ideologicamente o fisicamente.
Realizza anche un’altro progetto assieme al direttore artistico Daniel Ferreira, per il quale venne censurato dai media e da molti social network. Denominò questa sua idea come “Gli Intoccabili“, poichè con diverse fotografie denuncia gli abusi subiti dai bambini dei vari continenti. Vuole smuovere le acque, creare stupore e aprire gli occhi sue quelle che sono le terribili realtà che l’infanzia si trova a vivere quotidianamente: abusi sessuali, sparatorie nelle scuole americane, pedofilia, turismo sessuale, morte a causa di guerre o anche danni alimentari causati dalle catene di fast food più conosciute a livello mondiale.
Ravelo, in “Lana Sutra“, un altro suo progetto sempre sponsorizzato dalla United Colors of Benetton, unisce le diversità dell’amore. Cerca di rendere l’idea di un avvicinamento fra le forze che spesso ci separano gli uni dagli altri. Le distanze imposte dal luogo, le diverse culture, la varietà dei valori e le tradizioni ci dividono, ci allontanano. “Lana Sutra” è una serie di 15 installazioni dedicate all’amore, ma sempre con un’allusione nascosta: mira al desiderio di una società equa. Realizza il tutto elaborando le forme dei corpi tramite fili di lana colorata, il che s
ignifica un filo che ha il compito di unire, di cambiare i punti di vista. L’artista utilizza modelli reali calchi realizzati precedentemente col gesso, simulando varie posizioni dell’atto sessuale. Ogni installazione è composta da due sculture: due corpi abbracciandi, vicini, stretti fra loro. Con queste provocazioni, decide di mostrarci come i colori si fondono l’uno nell’altro, come l’amore potrebbe superare le differenze e unificare l’intera umanità.
Marta Goldin